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di Lars von Trier, con Bodil Jorgensen, Jens Albinus
(Danimarca, 1998)
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Cinepresa svolazzante, riprese anarchiche, disinvoltura più o meno ispirata e naturale per seguire le peripezie di un gruppo di bellimbusti che decide di squattare un villone ed andarci a simulare l'idiozia. Assumere, cioè dei comportamenti da minorato mentale: nell'intenzione - se ho capito bene - di cercare l'idiota (il puro?) che si nasconde in noi. Non entro nel merito di una piccola polemica rilanciata dal film: se il tutto, cioè, sia più o meno offensivo per chi è effettivamente malato. Suppongo che l'autore abbia cercato, sotto forma del tutto diversa, di continuare il discorso del film precedente: chiudersi in sé stesso quando il mondo ci respinge, attenersi ostinatamente, contro l'opinione dei benpensanti che ci attorniano, ad una sorta di fede laica che ci permetta di comunicare con l'amato, l'amico, l'individuo di buona volontà. Ma un conto era costruire questa filosofia sulla straziante invocazione di amore di BREAKING THE WAVES; un altro sulle idiozie - è il caso di dirlo - di questi compari.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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